Aleatoric Drop Painting, Stefano Giorgi

Gocce d'acqua cadono dal soffito,
mondi spontaneamente fioriti
macchie su fogli di carta.

Universi e galassie,
microcosmi, batteri,
figure antropomorfe?
evanescenti apparizioni,
fantasmi,
o spiriti
della natura

Fibre di canapa sospese nello spazio, gocce d'acqua raccolte in catini. Le gocce, frammentate in centinaia di particelle, cadono su carte preparate, modificandole in schemi colorati automatici e casuali. Raffigurato nel catino centrale, un Arhat, eremita discepolo diretto del Buddha, come dai dipinti cinesi del VII d.c. (secondo lo stile del pittore Guanxiu 貫休) accoglie e protegge le gocce d'acqua frammentate, si pone così come riflessione sulla condizione confusa e precaria della nostra società presente. Raffigurata in un piatto di ottone si trova un antilope con una luna.

“Ho immaginato un sistema che permettesse di dipingere intervenendo il meno possibile sul dipinto. Così come succede nei processi algoritmici, il risultato è imprevedibile, mai ripetibile, ma controllabile in linea generale. In questo caso è la materia stessa, l’acqua, ad essere usata secondo principi matematici e algoritmici. Mediante uno sgocciolamento di acqua ho iniziato ad innescare reazioni chimiche tra tinture naturali (mallo di noce e altre piante), allume di rocca, e reagenti (acido tannico, solfato ferroso, aceto, bicarbonato). Con sorpresa, ho potuto constatare che il suono prodotto dal battito delle gocce genera infiniti ritmi complessi e in costante mutamento. L’installazione è quindi, di fatto, un esperimento di arte multi-sensoriale.”