La residenza è suddivisa in diverse aree funzionali.

Una delle parti più importanti dell’edificio è il vecchio fienile di due piani: spazi semi aperti con muri di pietra a vista e travi di legno. Questi locali, ideali per performance e mostre, possono essere, se necessario, privi di mobili. Generalmente il primo piano del fienile è un soggiorno, mentre il piano superiore è una sala proiezioni. Qui è possibile anche dormire al fresco d’estate; è risaputo che un sonno all’aria aperta ed una veduta panoramica prolungano la vita.

Per ospiti e residenti è previsto alloggio in camera privata o condivisa, in comodi letti e lenzuola pulite. L’ospitalità è una pratica della ricerca artistica degli autori del progetto.

La vista dalla finestra dal bagno può far dimenticare i minuti, ma purtroppo c’è un solo bagno in residenza, quindi è meglio trovare un altro luogo per meditare. Ad esempio all’aria aperta o in qualche altra camera.

Al piano terra ci sono spazi con il soffitto a volta adibiti a studi e spazi espositivi. Qui lavorano gli artisti in residenza.

I due ettari di terreno attorno alla residenza danno la possibilità di realizzare land-art e coltivare. I prati sono verdi, ci sono le piante aromatiche, l’orto e tutt’attorno: vegete foreste.

Per formaggio e vino vi sono invece le cantine.

La cucina è divisa in due parti da un bancone di legno, che dona una seconda vita alle centenarie assi, rimaste dopo la parziale ristrutturazione della casa. Si può sempre incidere con un chiodo del 19° secolo un messaggio sulla superficie del bancone. E sulla mensola in un alto vi è una selezione di liquori che gli ospiti portano da diverse parti del mondo: il nocino toscano, il genepi di Rorà, la grappa cinese baizho e il feni indiano, distillato del frutto dell’anacardo.